Garrett AT-Pro
L'AT Pro e' uno dei top gamma di casa Garrett, uscito nel 2010. Un ottima macchina VLF con la quale effettuare ricerche su qualsiasi tipologia di terreno grazie anche al bilanciamento semi-automatico e manuale. Il control box e' impermeabile, infatti il metal detector puo' essere immerso completamente in acqua. Viene fornito con la piastra DD 8.5"x11" PROformance che risulta essere stabile e precisa infatti i falsi segnali sono molto rari.
Secondo alcune voci, i modelli iniziali (2010-inizio 2011) presentavano problemi con i falsi segnali che sono stati corretti successivamente, per verificare la data di produzione bisogna leggere il numero seriale (che si trova sotto al connettore delle cuffie) e va interpretato in questo modo:
Il seriale e' composto da 8 numeri:
Il primo numero e' sempre "5"
Il secondo numero e' l'anno di produzione: "0"=2010 - "1"=2011 - "2"=2012 - e cosi' via
Il terzo numero e il quarto numero rappresentano la settimana di produzione: "01"=Prima settimana di Gennaio - "15"=Seconda settimana di Febbraio - "52"=ultima settimana di Dicembre.
Il resto dei numeri non ha importanza.
Durante gli anni la Garrett ha apportato piccoli miglioramenti all'AT Pro (con i modelli successivi) come ad esempio il blocco dell'asta che era assente nel primo modello, l'asta piu' lunga, la risoluzione del problema con i falsi segnali, i connettori della bobina cambiati (da quelli di plastica a quelli in metallo) e l'impugnatura cambiata (da quella in spugna a quella in gomma dura).
In conclusione si tratta di un ottimo metal detector, grazie soprattutto alla modalita' Pro, che rompe i limiti del classico "ding dong" (per chi ha avuto un ACE 250, sa di cosa sto parlando), introducendo un sistema del tutto nuovo (il suono e' proporzionale e puo' assumere molte piu' tonalita'), che permette di migliorare la precisione di rilevazione del target. Dopo molto tempo che lo uso, una cosa l'ho imparata: se suona, qualcosa sotto terra c'e' (difficilmente scaverete a vuoto come con l'ACE 250).
Secondo alcune voci, i modelli iniziali (2010-inizio 2011) presentavano problemi con i falsi segnali che sono stati corretti successivamente, per verificare la data di produzione bisogna leggere il numero seriale (che si trova sotto al connettore delle cuffie) e va interpretato in questo modo:
Il seriale e' composto da 8 numeri:
Il primo numero e' sempre "5"
Il secondo numero e' l'anno di produzione: "0"=2010 - "1"=2011 - "2"=2012 - e cosi' via
Il terzo numero e il quarto numero rappresentano la settimana di produzione: "01"=Prima settimana di Gennaio - "15"=Seconda settimana di Febbraio - "52"=ultima settimana di Dicembre.
Il resto dei numeri non ha importanza.
Durante gli anni la Garrett ha apportato piccoli miglioramenti all'AT Pro (con i modelli successivi) come ad esempio il blocco dell'asta che era assente nel primo modello, l'asta piu' lunga, la risoluzione del problema con i falsi segnali, i connettori della bobina cambiati (da quelli di plastica a quelli in metallo) e l'impugnatura cambiata (da quella in spugna a quella in gomma dura).
In conclusione si tratta di un ottimo metal detector, grazie soprattutto alla modalita' Pro, che rompe i limiti del classico "ding dong" (per chi ha avuto un ACE 250, sa di cosa sto parlando), introducendo un sistema del tutto nuovo (il suono e' proporzionale e puo' assumere molte piu' tonalita'), che permette di migliorare la precisione di rilevazione del target. Dopo molto tempo che lo uso, una cosa l'ho imparata: se suona, qualcosa sotto terra c'e' (difficilmente scaverete a vuoto come con l'ACE 250).
Elettronica
Vediamo ora la parte elettronica del metal detector. Purtroppo non abbiamo a disposizione lo schema elettrico dell'AT Pro ma soltanto quello dell'AT Max (che e' simile tranne per il fatto che l'AT Max integra il modulo wireless per le cuffie). Ci sono svariate revisioni della scheda madre.
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Lista circuiti integrati principali:
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Lista transistor principali:
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Alimentazione
Le prime serie del Garrett AT Pro impazzivano con le batterie semi-scariche, mentre nelle versioni successive il problema e' stato corretto con l'aggiunta di un condensatore ceramico da 0,1 uF 50v sul quarto pin dell'LM386.
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L'alimentazione del metal detector, e' molto simile a quella dell'ACE 250 ed e' affidata a 4 pile Stilo AA Alcaline da 1.5v l'una che in totale generano 6V. Il metal risponde ai comandi in una tensione compresa tra 3.25v e 6.5v. E' anche possibile utilizzare delle pile ricaricabili per risparmiare soldi, contrariamente a quanto si dice in giro, con le pile ricaricabili il metal detector avra' le stesse identiche performance grazie al circuito di alimentazione appositamente studiato. Quindi potete utilizzarle senza preouccuparvi, un consiglio che mi sento di dire e' di cambiare le pile ogni volta che si raggiungono le due tacche sul simbolo della batteria (altrimenti il metal iniziera' ad impazzire rilevando segnali falsi positivi ovunque), inoltre portatevi dietro sempre delle pile di riserva per evitare spiacevoli inconvenienti. La tensione proveniente dal vano batterie e' segnalata sullo schema elettrico col nome "+VBATT", U10 (TP371539) si occupa di convertire la 6V del vano batterie in 3.3V. Il mosfet Q4 (2N7002) si occupa di gestire il segnale di enable per l'accensione del metal detector. U2 (LM2731Y) aumenta i 6V del vano batterie in 8.7V (esattamente come nell'ACE 250), successivamente U7 e U20 (TL750L08CD) la stabilizzano a 8V e 8VTX. Inoltre c'e' anche U16 (MIC5205-4) che stabilizza la tensione a 4V per il microcontrollore. Quindi abbiamo 4 stabilizzatori:
In caso di inversione della polarita', questi 4 stabilizzatori sono soggetti a guasti. Circuito di step-up che alza i 6V provenienti dal vano batterie in 8.7V, come potete vedere sono molto simili tra di loro: |
Audio
Rete Sfasatrice - Demodulatore
La rete sfasatrice (Phase Shifter, immagine qui sotto) ha il compito di discriminare i metalli rilevati dalla piastra. Il "Phase Shift" e' la differenza di tempo tra la frequenza della bobina di trasmissione e la frequenza del target. Si basa principalmente su due parametri, l'induttanza e la resistenza che differiscono da metallo in metallo. Il metal detector quindi esamina lo sfasamento tramite il demodulatore e lo compara con dei valori nella media in base al metallo preso in considerazione. Questo circuito e' composto da un LM393 (doppio amplificatore operazionale utilizzato come comparatore). Nel circuito e' possibile notare due potenziometri, R68 che dovrebbe variare il ground balance e R50 (variando R53 viene modificata la scala di discriminazione e i metalli potrebbero non essere visualizzati nel punto corretto), entrambi da 20k.
Il demodulatore (immagine qui a sinistra) e' composto da interruttori elettronici azionati dalla rete sfasatrice. |
Oscillatore LC (TX)
L'oscillatore LC pilota la bobina trasmittente (TX). L'oscillatore e' composto da un amplificatore operazionale LM386 (molto famoso). Quando il metal detector non risponde ai metalli bisogna controllare il segnale sulla bobina trasmittente (filo bianco sul connettore a 6 pin) con un oscilloscopio. Dovrebbe esserci un'onda sinusoidale con una frequenza di 8 kHz e un'ampiezza di 45/50V.
Sul circuito ci sono 3 segnali:
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PinPoint
Il PinPoint e' la funzione di centramento del target, per attivarla bisogna tener premuto l'apposito pulsante. Quando viene attivata tale funzione, il display cambia aspetto e si illumina la scritta "PP", quando ci si avvicina ad un corpo metallico la barra della discriminazione funziona da grafico che ci indica quanto siamo vicini al target. La modalita' PinPoint non e' affetta da discriminazione quindi funzionera' in All-Metal.
Quando entra in funzione la modalita' PinPoint gli amplificatori DC della modalita' "normale" vengono ignorati ed entra in funzione l'apposito circuito del PinPoint, per entrare in funzione tale modalita' il microcontrollore comunica con U11A (DS3502U, potenziometro digitale) tramite linea dati I2C (SDA e SDL) ed attiva U5B e U5A (amplificatori operazionali LMC6035). Per il corretto funzionamento del metal detector, sui pin degli LMC6035 devono essere presenti 4V, in caso contrario bisogna controllare i regolatori di tensione, in particolare il chip D3502. Valori di tensione: 1 - 3,9V.
2 - 0. 3 - 3.9V. 4 - 0. 5 - 0. 6 - 3.9V. 7 - 3.9V. 8 - 4.0V. 9 - 7.9V. 10 - 3.9V. |
Pre-Amplificatore (RX)
L'amplificazione del segnale proveniente dalla bobina ricevente (RX) e' affidata all'integrato U6A (ADA4004-1), amplificatore operazionale ad alta precisione. Il segnale amplificato va a finire nel circuito demodulatore.
Se c'e' qualche malfunzionamento che riguarda la rilevazione dei metalli (per esempio il metal non suona quando passate un oggetto metallico davanti alla piastra) bisogna controllare il segnale della bobina trasmittente mediante un oscilloscopio sul pin 1 del connettore "P1" (OSC) dove c'e' il filo bianco. A questo punto se tutto funziona correttamente dovreste essere in grado di visualizzare un'onda sinusoidale con una frequenza di 8kHz e una tensione di 45-50V. |
Amplificatori DC
Nel circuito di ricezione si possono notare due amplificatori, il circuito e' identico l'uno dall'altro, l'unica differenza tra i due e' R36 (con valore 178KOhm) e R35 (con valore 20KOhm). Vediamoli come due canali distinti, il microcontrollore legge il segnale d'uscita mediante i pin FAL e FAH su un canale mentre sull'altro PTAL e PTAH.
Per il corretto funzionamento del metal detector, sui pin degli LMC6035 devono essere presenti 4V, in caso contrario bisogna controllare i regolatori di tensione, in particolare il chip D3502. |
Ground Balance (GB)
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