Obsolescenza Programmata
L'obsolescenza programmata e' un concetto applicabile a qualsiasi tipo di oggetto. Per capire le origini dell'obsolescenza programmata, torniamo alla fine dell'800, quando la lampadina a filamento era ormai pronta per essere commercializzata in massa. Agli inizi del 900 ci fu una vera e propria battaglia tra i produttori di lampadine per offrire ai consumatori la lampadina piu' longeva (come la semi-indistruttibile lampadina a filamento di carbonio di Edison). Le lampadine avevano una durata media di 2500 ore. Dopo il boom delle vendite i produttori iniziarono a registrare un calo delle vendite e si accorsero che le lampadine duravano troppo quindi nel 1924 i maggiori produttori di lampadine (Philips, Osram, General Electric Company e Tungsram) diedero origine al cartello "Phoebus" dove si accordarono sul fatto che nessuna lampadina doveva durare più di 1.000 ore e che i soci avrebbero dovuto pagare multe sulla base del superamento di questo limite di durata (infatti nel 1940 la media era diventata di 1.000 ore). Di conseguenza il cartello obbligava le persone ad acquistare lampadine piu' spesso a loro insaputa. Il cartello si sciolse successivamente nel 1939 a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale. Tuttavia il "modello Phoebus" e' ancora oggi utilizzato da moltissimi produttori di dispositivi tecnologici e non.
Quindi in poche parole, si tratta di una pratica con lo scopo finale di limitare il ciclo vitale di un prodotto artificialmente e deliberatamente. Se una persona acquista un prodotto durevole, chiaramente non avra' la necessita' di effettuare nuovi acquisti per svariati anni; mentre al contrario, se viene acquistato un prodotto che non dura molto, si e' costretti in breve tempo (e periodicamente) a sostituirlo con uno nuovo. Tutto cio' comporta un'aumento del consumismo e, inevitabilmente, l'aumento dei rifiuti generati.
Nell'era digitale l'obsolescenza programmata e' letteralmente esplosa, ecco qualche esempio:
Nell'era digitale l'obsolescenza programmata e' letteralmente esplosa, ecco qualche esempio:
- Aggiornamenti software che ad insaputa dell'utente rendono il dispositivo inutilizzabile oppure non efficiente dal punto di vista delle performance.
- Smartphone che utilizzano colla a volonta' su batterie e scocche per evitare di essere aperti per effettuare una riparazione
- Chip nascosti nella stampante o sulle cartucce che sono in grado di leggere la quantita' di inchiostro disponibile ed avvisare l'utente che le cartucce sono finite quando in realta' e' ancora presente l'inchiostro.
- Retrocompatibilita' software eliminate di proposito
- Manuali di riparazione e schemi elettrici non disponibili, per obbligare l'utente a portare il prodotto nel loro centro assistenza specializzato